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2021

26.12.2021

messaggio ricevuto da Marilda Santana a Piedade dos Gerais (MG-Brasile) domenica 26.12.2021
traduzione dall’audio

Cari figli,
come è grande la nostra gioia in questa domenica di benedizioni, di ringraziamento a Dio. È sempre importante e necessario ringraziare Dio. Oggi voi siete qui per questo, per ringraziare Dio per quest’anno così benedetto, nonostante le battaglie. È sempre necessario capire che nelle ore più difficili della vita, negli anni più difficili, Gesù è sempre con noi, donandoci la sua infinita bontà, compassione e redenzione. E in quest’anno Gesù ci ha donato la gioia e l’intercessione di San Giuseppe.

È stato un anno di molte benedizioni, di molte grazie, e anche un anno di battaglie. In questo Natale Gesù ci ha fatto accendere la fiamma della fraternità: vivere in fraternità, essere realmente felici di partecipare a questa fraternità, a questo amore, a questa comunione, a quest’opera viva, all’azione del divino Spirito Santo, che in quest’anno ci illumina. Ci illumina affinché abbiamo più discernimento, affinché possiamo combattere ogni malvagità e insidia del demonio, come l’invidia, l’ego, l’orgoglio, la volontà di essere sempre in primo piano, al primo posto. Noi che dobbiamo sempre metterci in ginocchio alla presenza del Signore, abbassare gli occhi davanti all’infinito della presenza del Signore e sappiamo che Gesù – Re dei re – è nato, è cresciuto, è morto e oggi vive la vittoria nella semplicità.

Essere un buon evangelizzatore è dare testimonianza di questa umiltà di Gesù. Nessuno è un buon evangelizzatore senza umiltà, senza semplicità nell’anima. Quando Dio ti mette al servizio dell’opera, sei al servizio dell’amore. Quando qualcuno si mette alla presenza di Dio, si avvicina a Gesù nel Santissimo Sacramento, in adorazione, è un’anima assetata di grazia. Molti si prostrano davanti a Gesù senza forza, deboli, persi, disanimati, tristi, e cercano in Gesù la grazia: la grazia della forza, la grazia della fede, la grazia dell’evangelizzazione.

E sempre incontrano qualcuno, c’è sempre qualcuno al servizio di Gesù, c’è sempre un padre o una madre o un bambino che – nella sua innocenza – dona un sorriso e riesce a trasmettere Dio a quella creatura che si sente devastata dalla sua sofferenza interiore. A volte c’è un giovane che, con una parola o un gesto, rialza un altro giovane, padre o madre che entra nella casa di Dio cercando la grazia divina.

Così è la missione di tutti noi: servire Cristo portando Cristo a coloro che ne hanno bisogno. E Dio ci ha messi qui per quest’opera bellissima, per quest’opera fraterna. La fraternità sarà la grande salvezza del mondo. Arriverà un giorno in cui chi non sarà fraterno non riuscirà a superare gli ostacoli del mondo. Perché l’uomo cadrà in un’indifferenza e in un individualismo così grandi che la fraternità sarà un punto fondamentale di appoggio per l’umanità. In essa verrà riscattata la presenza di Dio, soprattutto nella vita della famiglia cristiana, che siamo tutti noi, famiglia di Dio.

San Giuseppe è stato un dono di Gesù. Allo stesso modo in cui Gesù mette dentro la chiesa qualcuno per essere dono per una creatura sofferente, così San Giuseppe è stato un dono per questa fraternità. San Giuseppe ha onorato e sta onorando con molta gioia questa fraternità, dandole l’affetto e la protezione di cui ha bisogno. Voi lo invocate sempre dicendo: “San Giuseppe, aiutami”. Perché nella vostra missione esistono sempre delle sfide: sfide di convivenza, sfide di umiltà, sfide di distacco, sfide di abbandono, sfide per accettare le cose giuste, perché spesso pensi che sia giusto ciò che invece è disordinato. San Giuseppe era molto dedicato. È qualcosa che la comunità ha imparato durante quest’anno: essere dedicata, essere una comunità che protegge la fraternità in tutti i sensi, affinché tutto arrivi attraverso la grazia. Che sia il pane, che sia l’amore, tutto ciò che Gesù vuole per questa famiglia. San Giuseppe è stato il grande protettore che ci ha fatto organizzare molte cose. Perché egli era determinato in quello che faceva. Era determinato nell’adorazione a Gesù, nel lavoro, nella fedeltà a Dio, nella responsabilità, nell’impegno del prendersi cura.

E avete ricevuto in dono anche la fortezza di Sant’Anna e di San Gioacchino, che è la grande forza della famiglia. I nonni sono la grande forza della famiglia, e oggi molte volte vengono dimenticati. Molti non hanno pazienza verso i nonni, non hanno affetto, non hanno amore. E voi avete ricevuto questa protezione. La comunità deve avere questo affetto. Oggi la comunità è molto attenta agli anziani, ai nonni. Avete ricevuto da San Giuseppe questo dono! Potete stare certi che è stato San Giuseppe a portarvi questa grazia: egli ha fatto questa richiesta al Cielo per voi.

Nel vostro cammino incontrerete sempre qualcosa di simbolico. Come ci ha insegnato Gesù nella vigilia di Natale, il Natale è molto più che un simbolo: il Natale è la presenza di Dio, è la presenza dell’amore. E la presenza che voi avete qui degli arcangeli, di San Giuseppe, di San Gioacchino e di Sant’Anna (statue) è più che simbolica: i simboli servono a ricordarci la presenza di Dio, la presenza degli angeli, la presenza dei santi, ma questa presenza viva degli angeli e dei santi ci accompagna, ci protegge.

Noi siamo qui per compiere il piano di Dio, la nostra missione qui non è una missione qualunque. Dio ha preso ciascun fiore di questo giardino e ha detto: “Tu fai parte di un’opera fraterna”. E ti ha portato qui da ogni angolo di questa terra. Questo è un dono di Dio per voi. È una famiglia che si può incontrare in ogni luogo della Terra; in ogni parte della Terra puoi incontrare un po’ di questa fraternità che prega, che comunica la presenza di Gesù in questa famiglia maggiore che è la Santa Chiesa, che ci vuole fraterni, che vuole che viviamo Cristo così come Egli è: Cristo amico, Cristo dei poveri, Cristo di coloro che oggi vengono maltrattati, condannati, abbandonati. Cristo difende la vita di ciascuno, perché Egli ama. Per questo Egli è morto, per darci la grande protezione che è la salvezza, la vita eterna.

La Terra è un passaggio e da un momento all’altro potete guardare questo giardino senza vedere più quella creatura che stava al vostro fianco. Quanti di voi hanno già fatto questa esperienza: un fratello, una madre, un padre, un figlio che abbracciavi e che oggi sai che non è più qui sulla Terra. È in un luogo molto migliore.

Allora Dio ci perfeziona sempre, ci lavora, ci dona questa brezza leggera, questa pace interiore, ci mette al servizio dell’amore, della missione, della fraternità. Anche se dobbiamo convivere con persone che ancora non hanno acceso la fiamma. È triste quando segui un cammino e vedi che molti accanto a te non hanno acceso la fiamma, sono ancora nelle tenebre. È così bello stare in un luogo di grazie, vivere le grazie, dare grazie, valorizzare le grazie e – la cosa più importante -rispettare queste grazie. Perché sono sante. Gesù ci ha detto che non possiamo calpestare il sacro. Gesù ci ha resi sacri. Agli occhi del Padre tutti noi siamo sacri: i figli, le madri, i padri, i giovani, i bambini.

Abbiamo molto da imparare in questa missione. Nel corso del tempo, nulla cambierà se l’uomo non cambia. Nulla cambierà! Se l’uomo non cercherà una vita degna arriverà una peste peggiore, arriverà la guerra, arriverà il dolore, arriverà la miseria. L’uomo è l’unico responsabile su questa Terra, per la pace o per la sofferenza. Quindi se l’uomo non cambia, niente cambia. Se l’uomo cambia, tutto si trasforma. Per questo Dio ci chiede questa trasformazione.

È inutile combattere il male con il male. Noi combattiamo il male con la preghiera, che è il bene maggiore. Il bene maggiore del mondo è la preghiera. Quando prendi il tuo santo rosario, se sei nella tristezza ti calmi, se sei nervoso ti calmi, se sei nel dolore ti calmi, se sei nella disperazione ti calmi. Noi combattiamo il male con la preghiera. Non con i giudizi, non con le persecuzioni, non con le critiche, non con la paura, noi combattiamo il male con la più bella e grande virtù della vita, che è la preghiera. Perché l’uomo virtuoso è quello che prende il suo santo rosario e ha la gioia di pregare.

È una cosa che oggi avviene molto nel cuore dei nonni, che sempre pregano e chiedono a Dio per la famiglia. Per questo oggi avete questa protezione viva, questa protezione bella, di qualcuno che zela per la famiglia che Dio ha costruito e che Dio ama in questi tempi di battaglia. Perché oggi siamo in una battaglia. Anche qui nella comunità abbiamo battaglie. Tanti non sanno cosa fare e cosa dovrebbero fare in un luogo così importante.

Per questo Gesù ci ha detto che molti non sanno cosa sia il Natale, molti vivono un simbolo, non vivono la grazia. Simbolicamente vediamo il Bambino Gesù, la grazia è il Bambino Dio. Che è vivo, che regna, che è Alimento. Molti di voi oggi hanno ricevuto la grazia di diventare ministri della Santa Eucaristia, della Santa Comunione. È una grazia essere strumenti di grazia, essere messaggeri di grazia, essere contenuti di grazia. Anche tu padre, tu madre, sei strumento di grazia. Anche tu che ti prendi cura di altre persone sei strumento della grazia. Quale che sia la tua professione nella vita, anche tu sei strumento di grazia. Dio ti usa per fare del bene a qualcuno. Tutto quello che fate, fatelo per amore e non per dimostrare qualcosa, perché Dio non ha bisogno di dimostrazioni ma di opera viva.

Egli ha bisogno di uomini sapienti, di uomini umili, che portino la Parola e la Santa Comunione a tanti cuori assetati di ricevere Gesù. Sono tanti cuori. La gioia di chi ha fede è una bellissima comunione. Non esiste gioia maggiore di quella dell’uomo di fede che riceve Gesù, che fa l’esperienza di sapere che Gesù si sta prendendo cura, sta zelando, sta vivendo e regnando nella sua vita.

Allora quello che vi auguro, in questa preparazione per il nuovo anno, è che valorizziate quest’anno di grazia che ancora non è finito. Valorizzate la presenza di San Giuseppe, l’amore di questo protettore, di questo custode, di questo organizzatore della famiglia. Perché San Giuseppe è questo: il buon operaio della famiglia. Egli sa mettere la famiglia nel punto giusto della missione di battaglia, egli sa ascoltare la voce del Cielo nel silenzio e nella fede, nell’abbandono e nella fiducia.

Abbiate questa fede e fiducia per essere ogni giorno più degni delle tante cose che il Cielo vi dà. E se oggi ancora non le meritate pienamente eppure ricevete tanto, pensate a quanto riceverete il giorno in cui farete di più. Per questo Gesù ha detto che Egli sta preparando il vino migliore. Allora siate degni di questo vino buono! Abbiamo già il vino santo, ma Egli vuole darci qualcosa di ancora migliore, di maggiore. Allora siate degni di questa grazia che riceverete quando sarete preparati per riceverla.

Con grande affetto voglio benedire tutti i figli.

in questo momento la Madonna benedice tutti

Cari figli,
vi ho benedetti con molta gioia.
Oggi riceviamo tante benedizioni nella Parola di Dio, molti di voi hanno ricevuto grazie e stanno ringraziando, così come quelli che festeggiano un anniversario e coloro che hanno ricevuto la grazia di essere strumenti per portare la Santa Comunione a tanti cuori. Che Dio vi benedica, vi fortifichi, vi renda miti e umili di cuore per risplendere alla presenza del Signore. Perché noi dobbiamo risplendere e – come ha detto Gesù – essere questa brezza soave e mite in mezzo alle tante tempeste che il mondo sta vivendo, sta attraversando, sta soffrendo. E qui nella nostra comunità fraterna non sarà diverso.

Voi siete sulla Terra, siete in mezzo alle tempeste, in mezzo alla sofferenza, in mezzo alle lotte, in mezzo alle battaglie, e avete bisogno di Gesù, avete bisogno di questa brezza leggera, avete bisogno di essere guariti, avete bisogno di volere la guarigione, avete bisogno di voler essere di Dio, essere soavi e miti, perché Gesù ha bisogno di voi, figli. Molto più di quanto possiate immaginare. Dovrete lavorare e lavorare per la messe del Signore. Con gioia, con amore e fede.

Per questo vi auguro la pace. Che Cristo Gesù sia la pace di tutti noi.
I fiori che mi offrite, chiedo a Gesù [di benedirli] per la guarigione e liberazione di tutti voi.

Ecco la Serva di Dio, la Madre della Pietà, l’Immacolata Concezione. Il Signore mi chiama.

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